GRADI, MINUTI, SECONDI, 2017
RECENT WORKS
a cura di FRANCESCO CASTELLANI
PALAZZO DELLA EX GENDARMERIA, LATERZA (TA)

Gradi, Minuti, Secondi  fa riferimento al sistema di misurazione degli angoli e delle coordinate geografiche e che raccoglie gli ultimi lavori in ceramica di Jasmine Pignatelli. Il titolo allude alla necessità dell’artista di reagire alla mancanza di ancoraggi e riferimenti all’interno del Sistema in cui ci troviamo a VivereInteragireCercare senso e risposte. Senza dimensione, senza tempo e senza direzione (sono i temi ricorrenti) le opere di Jasmine Pignatelli con le loro dinamiche di interrogazione dello spazio lavorano senza sosta a materializzare forme e ipotesi di nuove coordinate di riferimento geografico, spaziale, ma soprattutto esistenziale. La mostra è a cura di Francesco Castellani.

GRADI MINUTI SECONDI/DEGREES MINUTES SECONDS
A Laterza una nuova mostra personale di Jasmine Pignatelli

testo di Francesco Castellani

Come misurare la nostra condizione di individui che vivono nell’Esistente? Sospesi tra la ricerca della felicità e l’intima consapevolezza della nostra fragilità, immersi nel caos del mondo vitale, stretti tra contraddizioni e ingiustizie sociali, tra solitudini e individualismi, tra chiusure e divieti, quale Unità di Misura adottare per verificare la nostra posizione nel mondo, la nostra identità e il nostro essere parte del Tutto in costante divenire?
GRADI MINUTI SECONDI allude già nel titolo della mostra alla volontà di Jasmine Pignatelli di reagire artisticamente alla mancanza di certezze e riferimenti all’interno del Sistema Complesso in cui ci troviamo a vivere, alla difficoltà di cercare un senso e risposte agli interrogativi più profondi: senza dimensione, senza tempo e senza direzione, le opere di Jasmine Pignatelli con le loro dinamiche di interrogazione dello spazio lavorano senza sosta a materializzare forme e ipotesi plastiche per nuove possibili coordinate di riferimento certo geografiche, spaziali, ma soprattutto esistenziali.
Materie ceramiche che tracciano lo spazio con un nero colore assente; forme (esistenze inquiete) in sè concluse ma aperte, affacciate sul mistero dell’Invisibile che si muovono senza quiete in cerca di equilibrio nell’instabilità assoluta. Volumi, vettori moduli e monoliti che rivendicano una posizione, dialogano e disegnano traiettorie; moti e movimenti che generano nuove possibilità nel campo visuale della nostra percezione solida; incroci, intersezioni, linee e punti che aggregandosi in relazioni testimoniano la volontà di aprirsi all’Altro da sé per Scoprire, per Capire di più.
Nelle sculture di Jasmine Pignatelli, e questo è il dato più personale e “scoperto” che una lettura delle opere e della necessità che le origina lascia emergere, è tangibile  una riflessione artistica che sfugge dal terreno del Concettuale e si libera in un dialogo con l’osservatore e col mondo, fuori dalle astrazioni istituzionalizzate e costituite per dare vita a un’esperienza percettiva che rimette al centro del fare artistico il rapporto con le dimensioni più intime e umane del vivere.

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